Il Giorno della Memoria è una giornata internazionale in cui si ricordano le vittime dell’Olocausto, ovvero lo sterminio di milioni di ebrei, zingari, omosessuali, disabili e altri gruppi perseguitati dal regime nazista durante la seconda guerra mondiale. La data scelta per questa ricorrenza è il 27 gennaio, in quanto in questa data nel 1945 le truppe sovietiche liberarono il campo di concentramento di Auschwitz, uno dei luoghi più simbolici della Shoah.
Il Giorno della Memoria è stato istituito dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2005, con l’obiettivo di mantenere viva la memoria di quanto accaduto e di promuovere la tolleranza e l’educazione contro ogni forma di razzismo e discriminazione.
Il 27 Gennaio è stato dunque simbolicamente scelto come Giorno della Memoria, per ricordare i milioni di morti dell’Olocausto: 6 milioni di Ebrei; 2 milioni di prigionieri russi; 2 milioni di polacchi non ebrei; 15.000 omosessuali; 250.000 disabili; 500.000 Rom e Sinti; e milioni di Slavi, dissidenti e “indesiderati” tra cui oltre 8.000 italiani.
La provincia di Frosinone ha dato il suo contributo di vittime alla Shoah, con molti ebrei ciociari che hanno perso la vita ad Auschwitz.
Il tributo di vittime è stato duplice, con ebrei italiani originari di Cassino, Sora e Acuto, e anche ebrei stranieri, principalmente austriaci e tedeschi, ma anche di altri Paesi dell’Est, internati nel campo di San Donato Val di Comino.
Nel database dello Yad Vashem e della fondazione del Centro di documentazione ebraica contemporanea, si possono trovare numerose famiglie originarie o residenti nella provincia di Frosinone tra le vittime della ferocia nazista.
Gli internati ebrei di San Donato Val di Comino
San Donato Val di Comino è stato un luogo di internamento fascista, ma anche il comune che ha ospitato più ebrei confinati in tutto il Lazio (il trentatreesimo in tutta Italia).
La città di San Donato Val di Comino, situata in una posizione geografica strategica durante la Seconda Guerra Mondiale, diventò una retrovia del fronte di Cassino dopo l’8 settembre 1943.
Nonostante l’aiuto degli abitanti, in particolare delle donne, per nascondere ebrei ed ex prigionieri alleati sulle montagne, il 6 aprile 1944, sedici ebrei furono catturati e deportati ad Auschwitz-Birkenau.
Solo tre di loro sopravvissero: Enrico Levi, Gertrude Adler e Rosa Blody.
La solidarietà e l’aiuto della popolazione di San Donato Val di Comino permisero ad alcuni internati di sfuggire all’arresto durante la Seconda Guerra Mondiale.
Gli ex prigionieri e gli ebrei furono nascosti in case di campagna, cantine, stanze del centro storico e ricoveri montani, come la Grotta degli Ebrei.
L’aiuto a alleati, ex prigionieri e internati ebrei fu un fenomeno diffuso e spontaneo che coinvolse l’intero paese, anche le autorità fasciste di San Donato parteciparono, creando documenti falsi per salvare gli internati.
La copertura degli ebrei durante la seconda guerra mondiale fu opera del personale dell’anagrafe, tra cui Carmela Cardarelli, Rosaria De Rubeis, Maddalena Mazzola, Pasqualina Perrella e Donato Coletti.
Questi impiegati distruggevano i documenti di identità originali degli internati e ne preparavano nuovi con generalità italiane e dati alterati, creando una vera “macchina” per coprire la presenza degli ebrei e farli sopravvivere.
Nel 2021, Pasqualina Perrella, l’ultima testimone di questi fatti, l’ultima delle “ragazze dell’anagrafe”, è scomparsa all’età di 99 anni. Nel 1944 Pasqualina venne arrestata dai tedeschi ma per sua fortuna non c’era posto nel camion dove venivano deportati gli ebrei arrestati, scampando così alla deportazione ad Auschwitz.