San Donato Val di Comino è un antico borgo con radici sannite situato sul confine tra la Ciociaria e l’Abruzzo, ai piedi di montagne percorse da mercanti, monaci, pellegrini e pastori. Questo paese, situato a 728 metri di altitudine, è conosciuto per la sua posizione dominante sulla Val di Comino e sulla conca del fiume Melfa.
San Donato Val di Comino è un luogo dalle molte anime. È un luogo montano, situato all’interno del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Rappresenta un passaggio obbligato per chi vuole spostarsi dal versante laziale a quello abruzzese attraverso il passo di Forca d’Acero. È anche un luogo mediterraneo, noto per la produzione di olio di alta qualità. Si possono praticare molte attività all’aria aperta come escursionismo, sci e arrampicata e il volo libero con parapendio e deltaplano.
San Donato Val di Comino è un luogo naturalistico con una faggeta e molte specie animali, ed è noto per la sua tradizione artigianale degli scalpellini che hanno decorato le case e i vicoli del paese. Inoltre, è un luogo religioso con una forte devozione verso il patrono locale, San Donato d’Arezzo, e Santa Costanza.
Il Santuario di San Donato
Il nucleo originario del santuario di San Donato potrebbe risalire addirittura agli anni immediatamente successivi il martirio del santo vescovo. La prima data certa risale al 778 d.C., quando il duca longobardo Ildebrando di Spoleto cedette la chiesa all’importante abbazia benedettina di San Vincenzo al Volturno. Il santuario ebbe un grande sviluppo artistico e religioso dal Quattrocento, grazie anche all’arrivo in zona di mercanti toscani.
Le mura furono costruite intorno alla chiesa nel tempo, trasformandola nel “castrum sancti Donati”. Nel XIX secolo contava cinquemila abitanti, ma la popolazione fu costretta a emigrare a causa del brigantaggio, dei terremoti e della povertà economica. Attualmente, ha poco più di duemila abitanti. Nel Settecento, Gaspare Capricci decorò la chiesa con un ciclo di affreschi che raffigurano la vita del santo. Sulla controfacciata, invece, è rappresentata la Cacciata dei mercanti dal tempio.
La Raccolta di Ex Voto
Pregevole è anche la raccolta di ex voto del santuario, che è una testimonianza delle numerose grazie attribuite a San Donato. In particolare, la gente si è sempre rivolta a San Donato per guarire dall’epilessia, che in zona è detta “male di San Donato”. Si racconta che nel 1799 un ufficiale napoleonico che voleva fare del santuario una caserma per i soldati francesi, fu colpito da un attacco di epilessia e, cadendo in ginocchio davanti all’altare del santo, cambiò idea.
La Festività di San Donato
La festa patronale di San Donato si svolge il 7 agosto. Dopo la grande fiaccolata della vigilia, la statua del barbuto vescovo, vestito con paramenti rosso sgargiante e con una tiara dello stesso colore, esce dalla chiesa e viene portata in processione a spalla per le vie del paese, accompagnata dalla banda e dai rumori dei botti. Fine agosto, invece, si svolge la festa, la processione e il relativo antico mercato di Santa Costanza, eletta nei secoli a compatrona del paese.
La tradizione degli scalpellini a San Donato Val di Comino
Gli scalpellini sono stati protagonisti di una importante tradizione a San Donato. Gli scalpellini di San Donato Val di Comino hanno creato chiavi di volta per i portali delle case del centro storico, utilizzate per identificare il rango sociale delle famiglie. Solo le famiglie più ricche potevano permettersi di commissionarle agli artigiani locali, tra cui Tempesta, Di Bona, Fabrizio, Cardarelli, Mazzola, Cautilli e Cellucci.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, grazie agli scalpellini, San Donato è stata ricostruita ancora più bella con ponti e fontane in pietra. Essi hanno anche permesso la ricostruzione dell’Abbazia di Montecassino, situata a soli 40 km da San Donato. Tuttavia, le difficoltà economiche post-belliche hanno portato molti di loro a emigrare negli Stati Uniti, soprattutto nel Massachusetts, dove hanno reso Quincy la “città del granito”.
Alla scoperta del borgo medievale di San Donato Val di Comino
Merita una visita il labirinto di case e stradine decorate dagli scalpellini di San Donato, molte delle quali hanno un “mascaron” dipinto sui portoni per scongiurare la presenza del monacello, un fantasma di un bambino morto temuto nella tradizione popolare meridionale.
La salita al castello e alla torre medievale quadrata che domina il paese offre anche un’esperienza affascinante, con stradine tortuose, piccole piazze e passaggi coperti chiamati “spuort'”. Gli spuort’ della peste, della provvidenza, delle origini, dell’alluvione e anche quello di Fra’ Tommaso illustrano la vita di Tommaso di San Donato (1578-1648), un frate cappuccino nativo del paese che morì venerato come santo a Napoli, dove la sua tomba si trova nel convento di Sant’Eframo Nuovo. Due dipinti raffigurano la sua vita.
Tra le reliquie conservate dai confratelli vi è un’ampolla con il suo sangue, al cui contatto molti devoti hanno ricevuto grazie e prodigi miracolosi. Oltre ai fatti miracolosi, come la moltiplicazione di olio e vino che lo hanno reso protagonista nella Napoli di Masaniello, resta il ricordo del suo radioso splendore, tramandato dai contemporanei come Gian Battista Vico.
Il Duomo e le chiese di San Donato
Mentre si percorre la via Maggiore, si incontra la pietra “dello scandalo”, dove nel Cinquecento venivano esposti i debitori insolventi. Dopo aver superato la piazza Coletti con la sua meridiana del 1891, si entra nel borgo medievale attraverso la Porta dell’Orologio, risalente al Duecento. Su di essa, tre croci ricordano tre banditi impiccati nel Cinquecento.
Lungo via Pedicata, è possibile raggiungere il Duomo, dedicato a Santa Maria e a San Marcello Papa, le cui origini risalgono al XIV secolo. Da notare il coro e l’organo, realizzati a Subiaco da Cesare Catarinozzi.
Sotto l’altare maggiore, un’urna di vetro conserva il corpo di Santa Costanza. Una martire di epoca romana le cui spoglie sarebbero state trasportate qui nel Settecento dalle catacombe romane di San Callisto. Salendo le ripide scalinate, si può raggiungere il santuario di San Donato. Di fronte al Duomo si trova il Palazzo Quadrari, costruito nel Settecento e caratterizzato da epigrafi romane lungo la parete dello scalone d’onore.
Il paese presenta diverse chiese. Tra cui quella della Madonna del Carmine e Sant’Antonio (Convento), di San Rocco, della Cappelletta, della Serola e del Divino Amore.
La memoria degli ebrei internati a San Donato Val di Comino durante il Fascismo
A San Donato Val di Comino vedrete una stele memoriale che ricorda il gruppo di 28 ebrei che il regime fascista internò qui dal 1940 al 1944. La comunità locale accolse calorosamente questi ebrei, ricordiamo personalità di spicco come Grete Bloch, un’amica di Franz Kafka, e l’attrice del cinema muto tedesco Grete Berger. Tuttavia, i nazisti catturarono 16 dei 28 ebrei, inclusi entrambe le donne, il 6 aprile 1944, e li mandarono ad Auschwitz. Solo quattro di loro tornarono vivi. La piccola Noemi Levi, una bambina di meno di due anni, fu tra le vittime.
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Foto in copertina di Samuele Tocci