Nato ad Alvito il 15 giugno 1834 a 18 anni intraprese la carriera militare arruolandosi nell’esercito borbonico. A Napoli venne in contatto con le idee risorgimentali ispirato da suo zio Ernesto Capocci di Picinisco, risorgimentale di chiara fama.
Tornato ad Alvito ebbe contatti con Alessio Mollicone, importante personaggio di Casalvieri e con lui predispose in Valle di Comino un piccolo esercito di cospirazione contro il regime borbonico. Con il successivo passaggio all’Unità Nazionale , divenne Capitano della Guardia Nazionale ad Alvito e fu investito del compito di formare un corpo di militi locali per l’ordine pubblico e la repressione del brigantaggio.
Famoso fu lo scontro con Chiavone a Sora il 3.12.1860 a cui contesero la città. Quando Garibaldi nel 1867 al grido di:” Roma o Morte! ” attaccò lo Stato Pontificio, radunò un piccolo esercito di nostri compaesani al Casale Branca di Sora, attraversò le montagne e lo raggiunse.
Dal suo diario ricaviamo la piantina del percorso (in foto). A Mentana presso Tivoli, il 3 novembre 1867 ci fu la famosa battaglia e qui 11 mila francesi con armi automatiche ebbero la meglio contro 7 mila garibaldini, armati di vecchi fucili. Ma il manipolo di Cominensi si distinse per eroismo consentendo la fuga di Garibaldi, salvandogli la vita e il gesto fu paragonato a quello dello spartano Leonida alle Termopili.
Il 29 marzo 1872 gli fu conferita la medaglia dei Benemeriti della Liberazione di Roma. Tornato ad Alvito ricoprì numerose cariche pubbliche ed istituì il primo servizio postale nazionale in loco.
Nel 1872 sposò la sorana Rachele Rosaria Renzi. Da lei ebbe un figlio a cui, naturalmente, dette nome Giuseppe e fu lui a riordinare e trasmetterci le sue memorie. Morì ad Alvito il 27 gennaio 1904.
Questo post è reso possibile grazie a materiale fornito dal prof. Saverio Saverio Zarrelli .