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Casalattico, Il Monastero di San Nazario

Fondazione dei Monasteri nella Valle di Comino (IX-XI secolo)

Una serie di monasteri vengono fondati nella Valle di Comino a seguito della penetrazione dei benedettini di Montecassino nel territorio , tra il IX e XI secolo.

Il Monastero di S. Angelo di Pesco Mascolino e S. Maria della Limata

Nel territorio di Casalattico, oltre al monastero di S. Angelo di Pesco Mascolino (XI sec.) al quale era associata la vicina chiesa di S. Maria della Limata (contrada Plauto di Casalvieri), esisteva già prima, sulla sponda sinistra del Melfa, l’antichissimo cenobio di San Nazario in località S. Andrea.

La sua origine risale probabilmente al IX secolo, proprio all’inizio della penetrazione dei monaci di S. Benedetto nella Valle. Come testimoniano le numerose vestigia, i diversi frammenti architettonici inglobati nella muratura e rinvenuti nei pressi, il monastero fu edificato sui resti di un antico tempio romano lungo il fiume Melfa.

Anche il Monastero di S. Nazario era una prepositura: non esisteva un abate ma, come a S. Angelo di Pesco Mascolino, un preposito di Montecassino si occupava della vita religiosa e della sua amministrazione.

Distruzione e Ricostruzione di S. Nazario (IX-XI secolo)

Il primitivo monastero di S. Nazario fu distrutto dai Saraceni: l’evento si verificò tra l’881, anno in cui fu distrutta l’abbazia di S.Vincenzo al Volturno, l’ 883 , anno di distruzione dell’abbazia di Montecassino e il 915, anno della battaglia del Garigliano, quando i Saraceni furono definitivamente sconfitti e allontanati dai nostri territori.

La chiesa e il monastero di S. Nazario furono ricostruiti da un monaco di Montecassino, fra Adamo, su espresso ordine dell’abate cassinese Atenolfo, tra il 1011 e il 1022.

Sviluppo Agricolo e Crescita Economica (XI-XIV secolo)

Intorno alla metà dell’XI secolo, dopo la ricostruzione del cenobio, i principi di Capua, cui apparteneva la contea di Comino, autorizzarono la realizzazione lungo il Melfa, quali pertinenze del monastero, di paratie, canali e di un mulino (tuttora esistente ancorchè trasformato): opere finalizzate alla conduzione agricola dei terreni di proprietà del monastero.

Si hanno notizie del monastero di S. Nazario sito presso la località S.Andrea di Casale, nel 1050, quando il diacono della comunità monastica acquistò degli appezzamenti di terreno limitrofi da alcuni abitanti di Atina al fine di incrementare i possedimenti fondiari di essa per garantire la sua autonomia economica, obiettivo di tutte le comunità benedettine.

Ancora notizie del monastero si hanno nel XIII secolo, quando viene citato un fra Giovanni come preposito di S. Nazario (1245). Si era ai tempi della dominazione sveva di Federico II e, come avveniva nel vicino monastero di S. Angelo di Pesco Mascolino, posto a pochissimi km a valle, si era in un momento di decadenza dovuta ai difficili rapporti dell’Imperatore con la Chiesa.

Ulteriori notizie storiche si hanno nel 1310, quando la vita monastica ebbe una certa ripresa. Difatti verso la fine del ‘300, la prepositura di S. Nazario raggiunse l’apice della prosperità, così come indirettamente testimoniato dai suoi possedimenti fondiari e dalle numerose chiese dei dintorni ad essa sottoposte: non dimentichiamo che un monastero benedettino era considerato dalla “Regola” stessa , come un centro di vita spirituale, ma anche una vera e propria “azienda” nella quale il lavoro agricolo e artigianale dei monaci era finalizzato a rendere autonomo il monastero e al mantenimento dell’abbazia madre di Montecassino e dell’ordine stesso, attraverso il versamento di una “decima” annua.

Nel 1398 S. Nazario ha alle sue dipendenze lo stesso monastero di S. Angelo di Pesco Mascolino e la chiesa di S. Maria della Limata di Plauto, che da esso dipendeva sin dalle origini. Altri possedimenti erano a Vicalvi (S. Salvatore), a Posta (S. Benedetto), a Gallinaro (S. Maria dei Gennari) e Arpino (S. Silvestro, S. Marco, S. Martino e S. Lucia). Nessun altro monastero della valle e di Sora ebbe alle sue dipendenze così tante chiese ed ebbe proprietà tanto estese.

Decadenza e Passaggio a Sacerdoti Secolari (XV-XVI secolo)

Il 25 marzo del 1465 l’abate di Montecassino nomina come preposito di di S. Nazario e di S. Martino di Alvito, un monaco di Casalvieri, fra Silvestro. Egli fu l’ultimo preposito benedettino di S.Nazario ad avere residenza nel monastero, dato che già nel 1483 il monastero ed i suoi beni erano amministrati da fra Amico, monaco di Montecassino. Dopo di lui, dal 1486, il monastero fu affidato dagli abati di Montecassino, a sacerdoti secolari.

Sopravvivenza e Trasformazioni (XVI-XV secolo)

Dall’inizio del XVI secolo, il fenomeno benedettino nella nostra Valle era, infatti, in via di estinzione. Tuttavia, a differenza di S. Angelo di Pesco Mascolino, che decadde anche fisicamente nelle sue strutture insieme con la chiesa della Limata, soprattutto da quando fu trasformato in grancia ( annesso agricolo) di S. Nazario , dal 1413 circa, il monastero di S. Nazario e la sua chiesa sopravvivono ancora, ancorchè modificati nel tempo e appartenenti al clero secolare.

Antonio Iacobelli

Casalattico, Il Monastero di San Nazario

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