Nella “Relazione familiare” sullo Stato di Alvito, fatta nel 1595 al Cardinale Tolomeo Gallio di Como, che era in procinto di prendere possesso del feudo cominese, l’anonimo estensore del documento fa un accenno anche alla chiesa della Madonna di Canneto.
Difatti, parlando del fiume Melfa, dice così:
«Questo fiume nasce sopra Picinisco cinque miglia in luogo alto e montuoso, dove è una Chiesa chiamata Santa Maria di Canneto e nella scaturigine dell’acqua si vedono scaturir mescolate con l’acqua alcune scintille d’oro, che attaccate alla mano o a qualche panno durano così per un poco, ma poi per la loro sottigliezza svaniscono».
Il relatore, continuando a descrivere il corso del fiume, rileva ancora che le sue acque, prima scendono tumultuose e rumoreggianti per rupi e dirupi verso Picinisco; poi, raggiunta la pianura sottostante al paese, mettono in azione vari mulini di grano e gualchiere di panni, situati lungo le rive. Acque fresche, limpide e, nelle quote più basse, pullulanti di squisite trote.
La chiesa della Madonna, il Melfa che scorre ai suoi piedi e le sorgenti del fiume, che rampollano da sotto un grosso masso, scintillanti di scagliette d’oro, erano anche in quell’epoca le suggestive visioni della Valle di Canneto.