Picinisco è l’ultimo paese, che s’incontra sull’itinerario di Canneto, prima di affrontare le asperità dell’alta montagna e raggiungere la meta agognata, per le compagnie o processioni di devoti, che nel ferragosto di ogni anno provengono a piedi dalle pianure del basso Liri, dal Cassinate e dall’entroterra montuoso delle Mainarde, conservando una delle più antiche e predilette tradizioni del santuario, appunto il pellegrinaggio a piedi.
Un popolo, come quello di Picinisco, che fin dalla notte dei tempi conosce i fasti della chiesa di Canneto, ma anche i disagi di un luogo così singolare per altitudine, isolamento e variabilità di clima con conseguenti e ricorrenti problemi di manutenzione, di rinnovamento e di ricettività degli edifici sacri per le moltitudini di devoti che vi accorrono, ebbe nei tempi il suo proprio pellegrinaggio parrocchiale al santuario e una sua particolare devozione alla Madonna Bruna e alla sua diletta madre, S. Anna.
Il pellegrinaggio parrocchiale risulta storicamente e quindi con certezza dal 1639 in poi. Le testimonianze in merito ci provengono tutte dall’archivio della chiesa di S. Lorenzo del paese e più esattamente dai registri del collegio dei canonici di quell’insigne collegiata.
Ho detto che il primo pellegrinaggio a Canneto risulta nel 1639. Difatti per tale processione il capitolo della chiesa ricevette dai sindaci del luogo (“i sindaci della Terra”) un compenso di 10 carlini da ripartirsi tra i singoli canonici, che avevano partecipato personalmente a quel rito penitenziale ai piedi della SS.ma Vergine. Una manifestazione di fede e di penitenza: ecco che cos’era allora e deve rimanere per sempre un pellegrinaggio a un santuario.
Un nuovo pellegrinaggio a Canneto da Picinisco è attestato il 10 agosto 1642 con un compenso di 10 carlini dati dalla medesima autorità civile ai canonici partecipanti. Due altre processioni, sempre promosse dai sindaci, si ebbero nel 1645.
Nel novembre 1660 i sindaci del paese versarono al capitolo della collegiata la somma di 20 carlini, sia per incoraggiare i canonici a prender parte a un pellegrinaggio a Canneto, sia perché essi, qui giunti, vi celebrassero una Messa in onore di S. Anna. Questa volta il compenso ai capitolari era stato raddoppiato per il duplice scopo della partecipazione alla processione a piedi e della celebrazione della Messa. È questo il primo accenno storico che si rinviene sul
culto di S. Anna nella chiesa di Canneto. Ci tornerò subito appresso.
Il 4 maggio e il 10 agosto l662 sono annotati altri due pellegrinaggi a Canneto. Il 9 maggio dell’anno successivo, ad istanza dei sindaci, veniva recitata nella chiesa parrocchiale di Picinisco una litania alla Madonna di Canneto.
Edificante questa preghiera pubblica fatta dal popolo del luogo alla Madonna Bruna nella sua propria chiesa parrocchiale: era un atto di fede salda e sicura nella potenza d’intercessione della Madre di Dio, dovunque la si invocasse!
Nel 1665 si trovano registrati altri tre pellegrinaggi al santuario. Anche questi, come tutti o quasi tutti gli altri, erano promossi “ad istanza dei sindaci” o, che era lo stesso, “ad istanza della Terra”. Gli scopi specifici per cui essi si effettuavano non risultano annotati, ma con ogni evidenza erano processioni penitenziali fatte per necessità pubbliche, come quelle di ottenere la pioggia o la serenità del cielo oppure per scongiurare delle calamità incombenti, come le carestie e i terremoti.
In quanto all’indicazione della meta troviamo scritto: “S. Maria di Candita” o “di Candito”, come ci aveva già segnalato fin dal 1574 lo storico Giulio Prudenzio di Alvito: un’alterazione del toponimo originario.
Riguardo al culto di S. Anna, quella Messa da celebrarsi in suo onore a Canneto nel novembre 1660 durante il pellegrinaggio parrocchiale di Picinisco prova nella maniera più ovvia e più semplice che nel santuario esisteva già una devozione particolare alla madre di Maria, che si sviluppava accanto e nella gran luce di quella assai più antica e profonda, che i fedeli nutrivano verso la Madre di Dio.
In seguito tale devozione particolare crebbe a tal punto che la stessa ricorrenza liturgica di S. Anna del 26 luglio divenne un’altra festa tipica del santuario di Canneto con pellegrinaggio proprio, che si aggiunse ai cinque tradizionali giorni delle celebrazioni mariane del ferragosto. Festa e pellegrinaggio, che durano ancora oggi.
Nel santuario di Canneto S. Anna, a motivo della sua tardiva maternità, è invocata particolarmente dalle giovani spose, che aspettano invano il frutto del loro amore o da quelle che, avendolo ottenuto, alimentano la speranza di un lieto parto.