Il Crocifisso della Salita del Cavaliere a Fontechiari torna a splendere!
Più di trecento anni fa, a Fontechiari, la gente portò in processione il crocifisso ligneo della chiesa di Santa Maria. Secondo la leggenda, durante la salita verso il paese, i Fontechiaresi, che da mesi erano provati da una grave siccità, si rivolsero al crocifisso per chiedere aiuto. Una violenta grandinata interruppe la processione in quel momento, portando abbondanti piogge e salvando così la popolazione.
In memoria di questo evento miracoloso, commissionarono un affresco che raffigura i personaggi legati al sangue di Gesù, in deroga alla tradizionale iconografia. L’opera è unica nel suo genere e presenta San Longino e San Giuseppe di Arimatea come figure principali. Oggi, l’affresco si trova ancora esattamente dove avvenne l’interruzione della processione, e continua a stupire per la sua originalità e bellezza.
Giuseppe di Arimatea, uno dei membri del Sinedrio, il consesso ebraico che giudicò Gesù, fornì il Sepolcro della Resurrezione e la Sindone. Secondo le leggende medievali, raccogliendo goccia a goccia il sangue di Cristo, lo depose nel Santo Graal. Fuggì in Inghilterra, dove evangelizzò e diede inizio alla letteratura legata al Santo Graal, che ha ispirato opere come il Codice Da Vinci.
Longino fu un soldato romano che, con la lancia, forò il costato di Gesù, dal quale uscì sangue ed acqua. Dopo aver raccolto la terra bagnata di sangue, il soldato romano si convertì al cristianesimo e i suoi persecutori lo martirizzarono a Mantova. Oggi, Mantova conserva il suo corpo e due vasi d’oro che contengono la terra del Golgota impregnata del sangue di Gesù.
Grazie al restauro conservativo l’opera d’arte, presumibilmente realizzata da un allievo del Cavalier d’Arpino, è tornata al suo antico splendore.