I leoni in pietra della Valle di Comino: simboli di Montecassino
Nella Valle di Comino, si possono ammirare quattro leoni in pietra, che testimoniano la presenza e l’influenza dei monaci benedettini di Montecassino. Due di questi leoni si trovano ad Alvito: uno è situato in piazza Marconi, mentre l’altro è esposto nell’atrio del Palazzo Ducale. Un altro leone è collocato nel giardino pubblico di Vicalvi, e il quarto è conservato nel Museo Archeologico di Atina.
L’origine e il significato dei leoni in pietra
Per lungo tempo, questi leoni sono stati considerati come monumenti funerari di epoca romana, che avrebbero sorvegliato le tombe dei defunti. Tuttavia, molti studiosi hanno avanzato l’ipotesi che si tratti invece di opere benedettine cassinesi, realizzate tra l’XI e il XII secolo. Questa tesi si basa sul fatto che i monaci di Montecassino, a partire dal X secolo, avevano l’abitudine di porre dei leoni in pietra nei luoghi da loro acquisiti (città, castelli, abbazie), come segno della loro autorità e del loro prestigio. Altri esempi di leoni in pietra di origine cassinese si trovano nell’abbazia di Montecassino stessa, a Pontecorvo, ad Ausonia e a S. Giorgio a Liri.
Il contesto storico della penetrazione benedettina nella Valle di Comino
La Valle di Comino fu oggetto di una forte penetrazione dei benedettini tra l’XI e il XII secolo, periodo al quale sembrano risalire i quattro leoni in pietra qui descritti. I monaci contribuirono allo sviluppo economico, culturale e religioso della zona, fondando numerose abbazie e chiese, e promuovendo la coltivazione dei terreni e la diffusione della scrittura e dell’arte. I leoni in pietra rappresentano quindi un simbolo tangibile della presenza e dell’opera dei benedettini nella Valle di Comino.