Il Castello di Vicalvi ebbe origine come luogo di rifugio per le monache del sottostante convento di S. Nicandro intorno al IX secolo. In seguito ha subito una serie di interventi diversi.
Gli Étendard (angioini) vi fecero costruire un torrione fra il 1248 e il 1293. Tra la fine del XII e l’inizio del XIV secolo i D’Aquino innalzarono le mura e un’altra torre. Il fossato e il circuito di mura esterne furono edificati dai Cantelmo, dopo il 1349. Residenza prima dei D’Aquino e poi di un ramo dei Cantelmo, anche dopo che i conti andarono ad abitare ad Alvito continuò a mantenere diritto di legnatico, di passo e di pascolo.
A pianta grossolanamente esagonale, è rinforzato da due torri quadrate, un rivellino e una torre circolare (forse quella degli Étendard). Sulle pareti esposte a sud-ovest sono visibili numerose bifore successivamente tamponate, con un piccolo balcone sostenuto da mensole di pietra. Internamente vi sono in piedi tre scale, e le mura di alcune stanze. La parete a nord conserva le merlature.
Mura del castello
Le mura del Castello di Vicalvi furono costruite dai Cantelmo dopo il 1349, insieme al fossato seguono il perimetro del castello, ad una distanza di circa 17 metri. Hanno lo spessore di un metro, rastremate verso l’alto. Circondano interamente la rocca, anche dal lato nord, dove si appoggiano sui massi rocciosi della ripida scarpata.
Attualmente è visibile una sola porta di accesso, di fronte al palazzo Celli.
Mura della cittadella
Probabilmente coeve all’edificazione delle mura del castello, seguono l’andamento delle curve di livello da ovest (dove si collegano alla cinta del castello con una bretella di 15 metri ad angolo retto) a est, fino ad inglobare il borgo medievale più antico per poi ricongiungersi con la cinta più interna. Lungo il percorso vi sono otto torrioni, di cui due inglobati nel palazzo Celli, quattro rettangolari e due semicircolari. Ai due lati estremi si aprivano due porte.
