Il manufatto, in “opus siliceum” (tecnica muraria che prevedeva l’impiego di grossi blocchi di forma poligonale posati a secco) era un terrazzamento di una villa rustica romana (basis villae) della tarda età repubblicana (secondo alcuni studiosi , non di villa ma di tempio) del II-I sec. a. C.
Il muro di contenimento fu necessario per regolarizzare il terreno in pendenza. L’insediamento fu realizzato a poche centinaia di metri dal santuario pre-romano di Pescarola, a margine della piana di Alvito sfruttata, sin dalla occupazione romana del territorio (III sec.a.C.), a scopi agricoli. Inizialmente la villa rustica era sostanzialmente il nucleo di un’azienda agraria a conduzione familiare, dove veniva prodotto ciò che era necessario al semplice sostentamento. Col passare degli anni e l’accrescersi della potenza di Roma, con l’afflusso di un numero illimitato di schiavi da sfruttare nei più svariati lavori, le ville rustiche divennero delle vere e proprie aziende la cui misura media era di circa 200 ettari ed avevano lo scopo di commercializzare i prodotti agricoli in aree geografiche sempre più estese. La tipologia architettonica prevedeva una parte residenziale ed una parte produttiva vera e propria destinata a stalle, rimesse, cantine nonché una zona destinata ad alloggiare servitù e schiavi. Essa fu particolarmente frequente, tra la tarda Repubblica e l’Impero, soprattutto in Italia centrale, dalla Campania all’ Etruria. Le produzioni erano differenziate: piantagioni (soprattutto ulivi e viti), cereali, altre coltivazioni intensive, orti e pascoli.
Casalvieri, Terrazzamento in opera poligonale in loc. Pettella