All’ingresso di Terelle, piccolo borgo della Valle di Comino, si estende uno dei luoghi naturali più affascinanti del Lazio: il castagneto monumentale di Terelle, un bosco secolare che da secoli rappresenta il vanto del paese e una delle sue risorse più preziose.
Il castagno più imponente raggiunge una circonferenza di oltre 12 metri, mentre l’albero più antico ha più di 800 anni, testimoni silenziosi di una storia che intreccia natura, lavoro e tradizione.
Un bosco monumentale nel cuore della Ciociaria
Il castagneto si sviluppa nella parte medio-bassa della conca che circonda Terelle, tra balze, pianori e fossati, in un paesaggio che regala aria pura, profumi di sottobosco e un mosaico di felci che disegnano il terreno. Gli alberi, per lo più ultracentenari, creano una scenografia maestosa e suggestiva, tanto che l’area è stata dichiarata monumento naturaleper il suo straordinario valore ambientale.
Negli ultimi anni è in corso la realizzazione di un’area parco per consentire a visitatori e amanti della natura di ammirare da vicino questi giganti verdi, simbolo di equilibrio tra uomo e ambiente.
Le castagne di Terelle: piccole, dolci e squisite
Dalle piante del castagneto si raccolgono le pregiate castagne di Terelle, note con i nomi locali di pezzutèlle e pelusèlle. Si distinguono per la pezzatura minuta, il gusto dolce e intenso e la facilità con cui si sbucciano, sia lesse che arrostite. Sono così buone da poter essere gustate anche crude.
A differenza di altre zone, a Terelle non si usa essiccare le castagne per ottenere le tradizionali mosciarèlle o ‘nsèrte: qui il frutto viene consumato fresco, espressione autentica della montagna ciociara.
Le varietà locali si differenziano per colore e dimensione:
- Primutica, dal colore marrone chiaro e pezzatura grande;
- Pelosella, marrone cupo e sapore più deciso;
- Pizzutella, rossiccia e dolce.
Prodotti genuini e nutrienti che, grazie alla loro qualità, potrebbero essere valorizzati ulteriormente nella produzione di confetture e farine di castagna a livello artigianale.
La raccolta delle castagne: tra riti e tradizioni
Ogni anno, in località Terranisco, le famiglie si riuniscono per la raccolta. Tra loro, Annalisa Savelli, che ci accoglie nel suo castagneto di famiglia:
“È un momento che unisce la fatica e la gioia. Si lavora, si ride, si scherza. Poi, nel rispetto delle antiche tradizioni, accendiamo un piccolo fuoco e cuociamo le castagne sotto foglie e ricci per assaggiarle subito.”
La raccolta delle castagne a Terelle è molto più di un’attività agricola: è un rito collettivo che celebra la famiglia, il territorio e la continuità di un sapere tramandato nei secoli.
Una storia lunga otto secoli
Le prime testimonianze scritte sul castagneto di Terelle risalgono al 1520, quando si parlava di compravendita di piante nella località “Castagnito”. Alcuni studi dendrologici hanno poi stimato la presenza di esemplari di oltre 700 anni, e secondo le memorie orali dei residenti, la diffusione del castagno nel territorio iniziò attorno al 1350, in seguito alla crescita del borgo.
Il castagneto, infatti, rappresentava una fonte fondamentale di sostentamento per le popolazioni locali, che utilizzavano la farina di castagna per la produzione del pane e di altri alimenti base. Ancora oggi, la raccolta e la lavorazione delle castagne avvengono nel rispetto delle antiche tradizioni contadine.
Un patrimonio naturale e culturale da proteggere
Passeggiare nel Castagneto di Terelle è un’esperienza che rigenera i sensi: il silenzio del bosco, il fruscio delle foglie, il profumo della terra e la maestosità degli alberi creano un’atmosfera di rara bellezza.
È un luogo ideale per escursioni autunnali, passeggiate fotografiche o semplicemente per immergersi nella natura incontaminata della Ciociaria.
Negli ultimi anni, grazie a nuovi collegamenti stradali e all’impegno delle istituzioni locali, il castagneto ha attirato un numero crescente di visitatori, diventando una tappa imperdibile per chi vuole scoprire i tesori naturali della Valle di Comino.
Curatura e conservazione: la sapienza dei gesti antichi
Dopo la raccolta, le castagne vengono immerse in acqua fredda per una settimana. Quelle che galleggiano vengono scartate: è il primo passo della curatura, un procedimento naturale che impedisce la formazione di muffe.
“Le lasciamo in ammollo 6 o 7 giorni, poi le scoliamo e le asciughiamo lentamente su teli, spostandole più volte per evitare umidità”, spiega Annalisa.
Trattate con cura e pazienza, le castagne così conservate possono durare fino all’estate successiva, mantenendo intatto tutto il loro sapore.
La castagna in cucina: il gusto dell’autunno in tavola
Una volta curate, le castagne di Terelle diventano protagoniste di mille ricette: dalle confetture ai liquori, fino alle classiche caldarroste che scaldano i pomeriggi di ottobre. Ma anche la cucina contemporanea ha riscoperto questo frutto straordinario.
Lo chef Matteo Marzocchella, nel suo ristorante a Terelle, ci propone un piatto che racchiude l’anima del territorio:
Pasta mista con patate, funghi, guanciale croccante, provola affumicata e castagne.
Un trionfo di profumi e sapori che racconta la Valle di Comino e il suo legame indissolubile con la natura.