La Chiesa di San Nicandro si trova presso il Borgo di Vicalvi, lungo la strada statale della Vandra e in prossimità dell’incrocio per Alvito.
Fu edificata all’inizio del IV sec . – in epoca Costantiniana, dopo l’Editto di Milano del 313 – dal vescovo Massimo di Atina per onorare il Santo che fu martirizzato sotto Diocleziano, imperatore dal 284 al 305 d.C.
Secondo la tradizione, Nicandro, milite romano, si convertì al cristianesimo e da quel momento si rifiutò di adorare le divinità pagane e di offrire sacrifici ad esse. Fu pertanto decapitato intorno al 300 insieme al suo compagno Marciano ( la chiesa a questi dedicata si trova ad Atina). Con lui fu martirizzata anche la moglie Daria ed il figlio dopo tre giorni poiché si rifiutarono di rinnegare la loro fede cristiana.
I corpi dei quattro furono portati a Venafro, ma ben presto furono ricondotti sul luogo del martirio dove di lì a poco sorse una basilica che, appena costruita, fu subito meta di grande devozione. Alla chiesa dedicata a San Nicandro, fu annesso, nei secoli successivi, un convento di monache benedettine che fu oggetto di diverse razzie di briganti ed eserciti. Fu questo il motivo per cui in epoca longobarda, il convento femminile fu spostato nei pressi del Castello (costruito proprio in questo periodo, IX-X sec.) in posizione protetta: il castello di Vicalvi divenne perciò un “redutto de Monache, che stavano in Santo Nicandro giù nel plano et se retirorno suso al tempo delle turbolentie o altri sospetti. Ma succedendo poi le guerre, se vi fortificorno un poco.” (Discrittione d’Alvito et suo Contato raccolta parte dal trovato, parte dal visto et parte dallo inteso per Giulio Prudentio d’Alvito (1574), in appendice a SANTORO 1908, pp. 225 e 247; DE MINICIS 1976-77, p. 117; ANTONELLI 1986, pp. 142-144; RIZZELLO 1990, p. 56; RIZZELLO 1998, p. 111).
Tuttavia la scelta comportò il decadimento progressivo della chiesa e dell’attiguo convento per incuria e vari terremoti.
Dai documenti relativi alle visite pastorali del Vescovo di Sora, risulta che già nel XVIII sec, era in pessimo stato di conservazione.
Le ultime notizie sono del 1801 quando mons. Colaianni, nel visitarla, rilevò che l’altare era in cattivo stato e che mancava perfino la statua del Santo.
La chiesa è lunga sette metri, larga undici e alta sette.
All’angolo sinistro della facciata è tuttora una pietra con un’iscrizione in latino che ricorda un liberto morto a 22 anni che la madre, afflitta, volle ricordare (I sec.d.C.).
Sicuramente si tratta di una pietra prelevata da una tomba pagana dei dintorni e riutilizzata come materiale da costruzione. Nel sito, infatti, sorgeva una necropoli romana già nella prima età imperiale, come documentato da altre epigrafi contemporanee e dal leone funerario rinvenuto, nelle vicinanze, negli anni ’70 del ‘900.
Chiesa di San Nicandro