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Leggende del Tracciolino: I Briganti e il rapimento di Don Giuseppe Mazzenga

Il 16 giugno 1864, 10 uomini armati e mascherati rapirono il proprietario terriero Don Giuseppe Mazzenga e il suo cocchiere a Vicalvi, in contrada Fontana Castellana, trascinandolo attorno alle gole del Melfa per 12 giorni. Ce lo racconta la giurista Chiara Recchia ne “Le facce Travisate di Farina”, in cui racconta come fu liberato dopo aver pagato un cospicuo riscatto. Ma nell’immaginario delle persone la storia assume sfumature e colori diversi, rendendo il ricordo più intrigante.

Il povero Mazzenga fu legato ad una zattera sospesa su un dirupo del Tracciolino. Ai suoi carcerieri fu ordinato di tagliare la corda e di lasciarlo cadere se avessero visto avvicinarsi la forza pubblica, e il povero Don Giuseppe, fece voto di costruire una icona alla Madonna sul luogo del rapimento, in caso avesse salva la vita.

La trattativa fu lunga. I briganti in attesa del malloppo, chiedevano continuamente vino e viveri, avvisando di non provarci col veleno perchè il primo assaggio sarebbe toccato al prigioniero. Uno di loro tradì e fornì le giuste informazioni. Ma come liberare il Mazzenga con la vita letteralmente appesa a un filo?

Occorreva eludere la vigilanza dei carcerieri. Si decise allora di inviare loro del buon vino intriso di sonnifero. I briganti, rimasero tutti addormentati e al loro risveglio si ritrovarono in catene. Il Mazzenga fu trasportato ad Alvito su una scala a pioli a mo di barella e si svegliò nel letto di casa. Il voto fu onorato e la Madonna ha la sua icona nella foto che ci è stata gentilmente recapitata da Angelo Capoccia, restaurata nel 1967.

Tracciolino - La Madonnina della Castellana

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