“QUANNE UENNE SANTE NORIE A CASALUIERE”
Nel 1993 Tittino di Plauto, Giambattista Recchia, indimenticato personaggio casalvierano, pubblicò una raccolta di storie di paese.
La prima storia riguarda l’arrivo delle reliquie di Sant’Onorio a Casalvieri.
Le spoglie del Santo Martire giunsero su un carro trainato da bovi, dalle Catacombe di Roma , nel 1747.
Esse furono accolte dal popolo con grande entusiasmo e immensa devozione lungo tutto il percorso, dalla Canalara alla Chiesa Collegiata del paese.
Questo il testo di G.Recchia
LA MENUTA E SANTE NORIE
Gli anziani delle mie contrade raccontavano “ca na uòla se iéua alla messa aglie Resieglie, ca la chiesa e Casaluiere l’ èrane chemenzata afaa tant’ ènne e ne la fenéuane mè” .
E questo è vero: mentre la chiesa dei Roselli fu costruita in breve tempo la costruzione di quella di Casalvieri, invece, si protrasse per molti anni, forse per un secolo o più; comunque tutte e due le chiese furono costruite dal popolo di Casalvieri e ad esso appartengono.
All’inizio del 1700 fu ultimata anche la chiesa di Casalvieri e i casalverani volevano un protettore proprio, tutto del popolo, tutto di Casalvieri.
Il signore dell’epoca, che aveva il titolo di Marchese e che indubbiamente apparteneva alla famiglia “e chisse Jachebbieglie“; si fece interprete della volontà dei nostri paesani e la manifestò ad un prelato di Sora di famiglia gentilizia con la quale si era imparentato perché ne riferisse al Papa .:
Sul soglio di Pietro sedeva Benedetto XIV, il famoso Prospero Lambertini di Bologna, uomo integerrimo e colto che si dedicò esclusivamente alla Chiesa con uno stile di vita ed un’immagine così incisivi che un aneddoto li rende ancora più rimarcati.
Si racconta a proposito, che quando fu eletto Papa, si trasferì a Roma e lasciò detto al fratello di andarlo a trovare solo se invitato: ma durante tutto il pontificato non lo invitò mai!
Dopo tante insistenze del prelato di Sora, Papa Benedetto un giorno della fine dell’anno 1746 scese nelle catacombe di San Callisto e rivolgendo una preghiera a tutti i martiri cristiani, Santi della chiesa di Roma perché morti per la fede disse: chi vuole diventare protettore di Casalvieri e vuole andare a Casalvieri faccia un segno!
Alcuni giorni dopo scese nuovamente nelle catacombe e si accorse che un Santo aveva dato il segno sperato: aveva spostato e alzato lievemente la gamba sinistra in avanti! e questo era Santo Onorio.
Dispose motu proprio che Santo Onorio era da quel momento protettore di Casalvieri e che le sacre spoglie e l’immagine fossero trasferite nella chiesa di Casalvieri.
Subito si diedero da fare; si organizzarono e, raccolti i fondi sufficienti, si rivolsero al migliore orafo di Roma e ai migliori scultori del Vaticano perché disponessero l’urna per raccogliere le spoglie del Santo ed una statua tutta nuova che ne raffigurasse l’immagine.
Finiti i lavori la traslazione iniziò verso la fine di aprile del 1747.
I nostri antenati andarono a Roma con ogni mezzo: carrozze, carri e carretti; si raccontava che si erano formate delle compagnie che andavano anche a piedi.
S. Onorio arrivò a Sora ai primi di maggio e fu esposto nella chiesa di Santa Restituta per alcuni giorni.
Il viaggio per Casalvieri iniziò qualche settimana dopo.
La processione era immensa: “Sante Noreie teccàua alla Maonna e la Cerqua e la gente stéua ancora a Sora”.
Passò per Schiavi e quando entrò nel territorio di Casalvieri, alla Fernace, le campane di tutte le chiese squillarono a festa e tra canti e inni, infiorate e fiori giunse alla chiesa della Madonna delle Rose verso sera, passando per Tittarocca e Frettèta; ancora oggi si può ammirare presso Cricca un affresco a ricordo del passaggio del Santo, fatto splendidamente da un nostro antenato che doveva essere indubbiamente un ottimo artista.
A Roselli era accorsa tutta la popolazione pure “glie uiecchie, glie uagliune e gli ammalète che n’erane petut’ l a Sora”; tra gioia e tripudio furono celebrati Vespri solenni fino a tarda sera.
Il Protettore rimase in questa Chiesa per qualche settimana.
Si racconta a proposito che tra i nostri paesani nacque qualche discussione se Sante Noreie doveva rimanere a Roselli o proseguire per Casalvieri. “Se raqquentàua che glie prime ecéuane ca Sante Noreie la sera stéua a piée la chiesa e la emane glie retreuàuane a cape ca se léua sta aglie Resieglie; e gli èute ca la sera stéua a cape e la emane glie retreuàuane a piée ca ueléua l a Casaluiere” .
Comunque siano andate le cose, quello che è certo, è che i nostri antenati ritrovarono lo spirito di fratellanza che li aveva sempre uniti e accomunati e decisero di portare Sante Noreie a Casalvieri e lasciarono a ricordo nella chiesa di Roselli una tela con l’immagine del Santo esposta fino a qualche tempo fa nel fondo della navata destra.
Una mattina della fine di maggio del 1747 dopo un rito solenne celebrato nella chiesa della Madonna delle Rose a cui partecipò tutto il clero diocesano e che si protrasse fino a mezzogiorno, fra una marea di gente, Santo Onorio si avviò alla volta di Casalvieri ove giunse nelle prime ore del pomeriggio.
Tutto il paese esultava per la contentezza, era imbandierato a festa: dai balconi e dalle finestre sventolavano drappi e coperte; tra fiori, canti, pianti ed emozioni il Santo entrò nella nostra chiesa e fu esposto sopra l’altare maggiore: sopra la torre e sotto la fenice, simboli ancora oggi della nostra comunità.
“Mi ere glie tuocche chemenzèrene le fenziune releggiose e glie Uiéspere e seccei na cosa bella!
Na pourella e Aleuite era sapute e la menuta e Sante Noreie e allora ca semmana prima s’abbiè e uenne a Casaluiere p’ aspettaglie.
Ma uenne chiène chiène ca pertàua ncape ne quartare che ddente ne bieglie citre e quèsce quattordec’ ènne che nen cammenèua: era strùppie a quann’ era nate” .
Le nostre nonne lontane la ospitarono e la rifocillarono riconsolandola con la speranza e l’augurio di ottenere un miracolo.
Sul fare della sera, tra due ali di fedeli che si erano aperte per farle strada, la donna entrò in chiesa gremita di gente tra canti e preghiere e giusto al centro della navata “nchianà nterra glie quartare che glie figlie” e piangendo e con un filo di voce tremula e commossa gridò “Sante Noreie miracolo!” .
La gente, per ben tre volte, con voce alta e sonora, scandendo le sillabe “repeti appriesse a essa: San-te No-re-ie mi-ra-co-lo!”
Alle grida e alle suppliche si alternavano le preghiere del clero.
La prima preghiera la officiarono i canonici dei Roselli ed i frati francescani del Convento di Vicalvi; la seconda la officiò l’ arciprete di Casalvieri con tutto il clero presbiteri aie; la terza preghiera, che fu la più commovente, la officiò l’ arciprete di Casale, il più anziano di tutti, che dicevano era originario di Casalvieri.
Dopo una processione solenne con tutto il corpo ecclesiastico intorno alla chiesa, che usciva dalla porta sinistra e rientrava da quella destra, l’arciprete di Casale si fermò al centro della chiesa e posta la mano destra sulla testa del ragazzo invocò la grazia del Protettore rivolgendogli una sentita preghiera. Fu silenzio, attonito e sommesso all’improvviso, la madre del ragazzo gridò ancora una volta “Sante Noreie miracolo!” e tutti i fedeli la seguirono nel grido per ben tre volte. Poi scese
ancora una volta un sovrumano ed inatteso silenzio.
La chiesa fu attraversata da un’ombra di mistero; parve vacillare anche il fioco chiarore dei ceri nella solennità dell’ aspettazione; né una voce, né un sospiro, né un respiro; un alito invisibile di fede sembrò soffocare anche il silenzio della morte che era divenuto più alto e più profondo. Si compì il prodigio: improvvisamente due gocce di sudore solcarono le guance del nostro Protettore: il ragazzo di Alvito si alzò lentamente e camminò: andò con le braccia protese verso Sante Noreie piangendo di gioia infinita.
Sante Noreie aveva fatto il suo primo miracolo.
La gente esultava, gridava, pregava, piangeva; cominciarono a suonare le campane a distesa ed era già notte inoltrata; la notizia corse per tutta la valle in un baleno; poco dopo cominciarono a suonare anche le campane dei Roselli e di Casale.
Il giorno dopo su tutti i prati e i cigli delle vie erano sbocciati all’ improvviso dei fiori piccoli e rossi: “glie sciure e Sante Noreie” .
Per parecchi giorni da tutte le parti accorsero fedeli e pellegrini per rendere omaggio al Santo ed i festeggiamenti si protrassero per oltre due settimane; Sante Noreie fu portato in tutte le contrade di Casalvieri tra tripudio di gente e grande solennità.
La cosa poi fu ripetuta nel maggio del 1947 nella ricorrenza del secondo centenario dell’arrivo del Santo a Casalvieri e in quello stesso anno, a ricordo, fu eretta una cappellina, tra Plauto e Vitello, da tutti i fedeli delle due contrade proprio dedicata a Sant’Onorio.